I disturbi della comunicazione rappresentano i disturbi di sviluppo più frequenti tra i 2 e 6 anni di età e rappresentano un insieme di quadri sindromici caratterizzati da difficoltà differenti per qualità e gravità nella comprensione, produzione e uso del linguaggio.
Sono caratterizzati da deficit del linguaggio, dell’eloquio e della comunicazione e da funzionamento intellettivo nella norma.
Per eloquio si intende la produzione espressiva di suoni e comprende articolazione, fluenza, voce e qualità di risonanza di un individuo.
Il linguaggio comprende la forma, la funzione e l’utilizzo di un sistema convenzionale di simboli (per esempio le parole pronunciate, e linguaggio gestuale e le parole scritte) con una modalità governata da regole per la comunicazione.
La comunicazione comprende qualsiasi comportamento verbale o non verbale (intenzionale o non intenzionale) che influenza il comportamento, le idee e le attitudini di un altro individuo.
Disturbo del linguaggio
È un disturbo che riguarda sia la produzione che la comprensione del linguaggio, anche se possono essere compromesse in misura diversa.
È caratterizzato da persistente difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di diverse modalità di linguaggio (linguaggio parlato, scritto, gestuale o di altro tipo) dovute a deficit della comprensione o della produzione che comprendono un lessico ridotto, una limitata strutturazione delle frasi (capacità di costruire frasi basandosi su regole sintattiche e morfologiche) e una compromissione delle capacità discorsive (capacità di usare parole o di connettere frasi tra loro per descrivere un argomento o sostenere una conversazione).
Disturbo fonetico fonologico
Viene diagnosticato quando la produzione dei suoni dell’eloquio non è quella che ci si aspetterebbe in base all’età e alla fase di sviluppo del bambino e quando i deficit non sono il risultato di compromissione fisica, neurologica o uditiva.
Per i bambini di quattro anni con sviluppo regolare l’eloquio generale dovrebbe essere comprensibile, mentre l’età di due anni solo il 50% dell’eloquio può essere comprensibile.
È caratterizzato da difficoltà articolazione (dislalie), ritardo linguistico, ma buona comprensione. La prognosi è favorevole per risoluzione anche spontanea o con cicli di logoterapia.
Disturbo della fluenza
con esordio nell'infanzia (balbuzie) caratterizzato da un’alterazione della normale fluenza e della cadenza dell’eloquio che non è adeguata all’età dell’individuo.
Questa alterazione è caratterizzata da frequenti ripetizioni o prolungamenti di suoni o sillabe e da altri tipi di alterazioni dell’eloquio. L’entità dell’alterazione varia da situazione a situazione e spesso è più grave quando vi è una particolare pressione a comunicare (per esempio presentare una relazione a scuola fare un colloquio per un lavoro).
La disfluenza è spesso assente durante la lettura orale, il canto o il colloquio con oggetti inanimati o con animali domestici.
Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica)
È caratterizzato da una difficoltà con la pragmatica o con l’uso sociale del linguaggio e della comunicazione. Si manifesta attraverso da deficit nel comprendere e seguire le regole sociali della comunicazione verbale e non verbale in contesti naturalistici, nell’adattare il linguaggio in base alle esigenze dell’interlocutore o della situazione.
I deficit nella comunicazione sociale producono limitazioni funzionali nell’efficacia della comunicazione, della partecipazione sociale, dello sviluppo di relazioni, del rendimento scolastico o delle prestazioni lavorative.
I deficit non devono essere spiegati da ridotte abilità cognitive o del linguaggio strutturale.
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